21 e 22 dicembre: le finali di Fantasio
21 dicembre, ore 20.30
Teatro San Marco
22 dicembre, ore 20.30
Teatro San Marco
MARTINA FOLENA
Macbeth for breakfast
Con Marina Meinero, Fonte Maria Fantasia, Maria Giuliana D'Amore e Lorenzo Marchi
Quando ci rivedremo? Si chiedono le tre streghe all’inizio di Macbeth.
Si rivedranno per profetizzare il destino del nobile scozzese, innescando la serie di eventi che lo porterà prima all’ascesa e infine alla caduta. Se esiste un limbo dove i personaggi di Macbeth attendono la loro prossima chiamata in scena, è qui che Macbeth stesso mette in atto la sua vendetta sulle tre streghe, ribaltando la storia. Prigioniere di un incubo tragicomico, non resta loro altro che le solite, maledette parole, per spezzare la maledizione stessa.
VALENTINA CARBONARA
'ncurunat
Con Luigi Maria Rausa e Simona Perrone
C’è qualcosa di sacro nella carne degli amanti. Un’energia palpabile, un legame straziante.
È questo legame che trascina Macbeth nell’incubo del suo destino già scritto, dove la luce scompare e l’acqua non basta a ripulirsi l’anima. Ed è questo legame che ho scelto di raccontare. ‘Ncurunat’ (Incoronato/a) è il rito da cui tutto origina. Un inno nero e d’oro, di cerchi e linee. I corpi degli attori sono esposti, senza difese. Non hanno altra via se non quella verso l’inferno. “Non vedi com’è semplice!”
RICCARDO MALLUS
Requiem
Con Claudia Genolini, Paola Galassi, Stefano Rossi e Gabriele Lentino
E con gli allievi attori Marco Nardelli, Chiara Acler, Alessandra Dellantonio, Davide Ellena e Riccardo Biasi
Nel Macbeth sembra non ci sia pianto. Le morti che scandiscono la vicenda non sono accompagnate dai pianti e dai monologhi così presenti in altre opere di Shakespeare; addirittura, quando muore Lady Macbeth, la reazione del marito è gelida, vuota. Così in “Requiem” siamo andati alla ricerca del pianto inespresso, sordo, per noi però molto presente. Ci siamo messi in ascolto e abbiamo cercato di farlo suonare, per cercare in tutta questa crudeltà - tutto questo male - almeno una goccia di umanità.
ASHAI LOMBARDO AROP
Mac/Beth
Con Marco Zavarise, Emilia Bonomi e Maria Chiara Tofone
“Questo è un male che supera i confini delle mie competenze. Ma conosco persone che hanno camminato nel sonno e che sono morte santamente...” (W.Shakespeare)
Là, dove i ruoli sono definiti da un pensiero secessionista, la natura intrinseca dell'essere umano si mostra, solo quando la ragione inizia ad essere erosa dai morsi del dubbio. Come il Rebis, il Re Doppio delle “Nozze Mistiche”, Mac/Beth, esalta e trascende ogni dualità, mostrando antropomorficamente la moltitudine di ombre bestiali, che si aggirano nel cuore umano.
ELIO COLASANTO
Mothertongue
Con Sofia Pauly
Che fine ha fatto quel piacere di far del male che avevi da bambino?
È davvero svanito oppure è cresciuto con te, sopito e addomesticato in un luogo freddo e gelido della tua anima? E se all'improvviso dovesse svegliarsi oggi? Cosa ti da quello stesso piacere? Una volta che l'hai compreso fino in fondo sei in grado di conviverci?
Ne hai la forza?
SILVIA ZOFFOLI
The Human Being
Con Aurora Di Gioia, Monica Garavello, Irene Buosi, Tommaso Arnaldi e Nicola Piffer
L’uno diventa doppio e anche tante parti che, a sua volta, si moltiplicano e si dividono in una realtà non univoca ma complessa. Mai come oggi, in una società contemporanea dove i modelli sono sempre più disumanizzanti, la fragilità, l’ombra, che non viene riconosciuta come parte inscindibile di quel tutto che è ciascuno di noi, rischia di diventare mostruosa portando con sé l’inquietudine di chi non riesce più a scegliere tra ciò che è bene e ciò che è male. Mai come in Macbeth l’essere umano è lì in tutte le sue sfaccettature, senza giudizi, semplicemente per quello che è, nel bene e nel male, uomo o donna che sia.
MADI SELIMI
Mos ki frike
Con Marta Amabile, Giorgio Castagna, Laurent Gjeci
Mos ki frike (non aver paura) appare in maniera predominante il potere dell’immaginazione. Il testo in se assomiglia ad un viaggio nei propri pensieri più neri, una follia lucida, un percorso fatto di fantasmi e demoni che il nostro protagonista dovrà affrontare per non essere sopraffatto.
E’ un eroe ma un burattino in preda al valore degli altri. Un attore che si dimena sul palcoscenico della vita senza capirne il significato. Un uomo che nella sua follia troverà la liberta e finalmente sarà se stesso. Macbeth fa un appello dove ci fa notare che la vita è una sola e bisogna vivere consapevolmente invece di fuggire sempre dalle proprie paure.
ROLANDO MACRINI
Macbeth: allegoria in si bemolle minore
Con Anna Penati e Gelsomina Bassetti
E con Arianna Cattarini, Marsida Gavoci e Elena Montecucco
Non c’è luce nel Macbeth il cuore rimbalza asfittico e stantio tra un vuoto e l’altro.
Non c’è speranza in Macbeth, è un luogo ameno e stanco. Gli attori sono nauseati nel recitare Macbeth ancor prima di iniziare, è un’opera scura, che fa male, densa di dolore incomprensibile. L’idea mi annoia a priori: parlare del male mentre ancora sono vivo è desolante, ma questo, quello del Fantasio, è un gioco ed io devo fare la mia parte, la mia regia.
Non c’è luce nel Macbeth, così visto per quello che è. Una storia tragica, ineluttabile, fatidica.
Ma il cuore esiste, è ovunque, o quantomeno deve pur essere da qualche parte. L’amore apparentemente è l’unica via per redimersi dall’ovvio e tornare indietro.
Uccidere il tempo.